Turismo e Cultura per rilanciare l’Italia, le promesse del neoministro Bray

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Turismo e Cultura per rilanciare l’Italia, le promesse del neoministro Bray

 

CHI E’ MASSIMO BRAY – Classe 1959, Massimo Bray è nato a Lecce ed è laureato in Lettere e Filosofia. E’ stato direttore editoriale dell’Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani. Dirige la rivista Italianieuropei ed è presidente della fondazione Notte della Taranta,la stessa che organizza il più grande festival europeo di musica popolare. Scrive su un blog dell’Huffington Post italiano. Dopo essere stato eletto alla Camera nel 2013 tra le file del PD, è stato scelto per ricoprire la carica di ministro per i Beni e le Attività culturali e il Turismo del neonato governo Letta.

 

CULTURA E TURISMO – Le richieste inoltrate a Bray sono e saranno parecchie, il turismo è un comparto che merita un riscatto, in un Paese in cui ogni angolo trasuda storia e cultura e che di turismo dovrebbe quindi vivere per antonomasia.
“Proverò ad ascoltare tutti i consigli che mi darete, dimostrando insieme che occorre credere nella cultura per ricostruire il Paese”, scrive Bray in un Tweet.

 

Lo stesso concetto viene ribadito in un post sul blog che cura per l’Huffington Post: “Investire in Cultura significa rispettare il nostro passato e garantirci, al contempo, una prospettiva per il futuro. Investire in Cultura non è infatti nient’altro che investire negli italiani”.

 

AGENDA DIGITALE – Sullo stesso blog (qui il post completo), Bray rimarcava poco tempo fa: “Mentre il business collegato al cosiddetto mercato digitale continua a crescere – ed è in un momento decisamente positivo anche il fatturato dell’e-commerce, segnando tassi a due cifre – il governo italiano dimostra di avere qualche difficoltà a comprendere appieno il valore di questo trend”.

 

Preoccupa la mancanza di conoscenza diffusa (e condivisa) e di interesse sul digitale. La preparazione sui temi della cultura dell’informatica e sull’informatizzazione della cultura (anche d’impresa) nella classe dirigente italiana è molto meno forte degli altri paesi”, scriveva ancora Bray, concludendo che “al centro dell’idea italiana di sviluppo dovrebbe esserci il tema dell’alfabetizzazione digitale dell’impresa” che oggi “La missione è quella di far comprendere che il digitale è ormai il nostro quotidiano – il mondo in cui viviamo. E’ un problema culturale e, al tempo stesso, un’opportunità industriale, degni di tutta l’attenzione possibile da parte dell’opinione pubblica. Perché il digitale non è soltanto”social network” o, peggio ancora, un tema strettamente tecnologico. E’ attraverso il digitale che passa la visione del nostro presente e la realizzazione del prossimo futuro”.

 

 

 

 

2017-12-11T12:22:28+01:00 Aprile 29th, 2013|Categories: Blog|Tags: , , , |0 Comments