“Il turismo è un settore chiave per tutti i nostri Stati, da cui dipende il 10% del PIL e della forza lavoro dell’Unione. Parliamo di una vera e propria industria, parte essenziale del mosaico che compone il tessuto produttivo europeo” queste le parole del presidente del Parlamento Ue Antonio Tajani in occasione della giornata mondiale del Turismo.
Il turismo è un comparto destinato a crescere, ma le imprese del turismo incontrano oggi più difficoltà delle altre a trovare le competenze necessarie: ecco perché occorre investire in formazione.
TURISMO: 5 MLN DI NUOVI POSTI DI LAVORO AL 20
Dal comparto turismo dipende il 10% del PIL e della forza lavoro dell’Ue. Nei prossimi 10 anni il numero di viaggiatori internazionali raddoppierà grazie a un nuovo ceto medio, con forte capacità di spesa, proveniente soprattutto dall’Asia. Al 2025 possiamo avere il doppio dei turisti anche in Europa – dice Tajani – superando il mld di arrivi, creando oltre 5 mln di nuovi posti di lavoro.
Occorre rafforzare la nostra competitività. Come?
“Occorre lavorare su diversi fronti: attirare maggiori investimenti, con un Piano strategico che incrementi e renda più efficace l’utilizzo dei fondi Ue; migliorare il contesto di business; promuovere una formazione in linea con le esigenze del settore; governare la rivoluzione digitale; sfruttare le sinergie per la promozione della destinazione Europa sui mercati internazionali”.
LA FORMAZIONE COME FATTORE CHIAVE DELL’ACCOGLIENZA
“La formazione è un fattore essenziale, considerato che le imprese del turismo incontrano più difficoltà delle altre a trovare le competenze necessarie. Investendo di più potremmo creare opportunità anche nelle regioni dove la disoccupazione giovanile tocca il 50%. L’industria del turismo, difatti, pur fortemente coinvolta dalla rivoluzione digitale, resterà ad alta densità di manodopera, con il 20% di giovani sotto i 25 anni” precisa il presidente del Parlamento Ue.
PIATTAFORME ONLINE: UN NODO ANCORA DA SCIOGLIERE
Sul fronte fiscale “dobbiamo anche completare il mercato unico dei servizi e del digitale, garantendo regole di concorrenza, parità di condizioni e un fisco equo anche per le piattaforme digitali” assicura Tajani, in un’ottica di maggiore protezione delle pmi che si ritrovano alle prese con la concorrenza delle grandi piattaforme che peraltro spesso godono di agevolazioni fiscali.