Formazione aziendale e professionale: una chimera tipicamente italiana

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Formazione aziendale e professionale: una chimera tipicamente italiana

Le imprese italiane sono sempre state molto refrattarie, nei tempi, verso l’aggiornamento professionale delle risorse umane interne e molto poco coinvolte, da sempre, nella impostazione in collaborazione con il ministero della pubblica istruzione, dei piani didattici degli istituti tecnici pubblici.

Si è cercato di modificare questa tendenza, questo disinteressamento diffuso, solo a partire dagli anni ‘80 con la distribuzione sul territorio nazionale dei finanziamenti comunitari sul programma F.S.E. (Fondo sociale europeo). Molto e stato fatto all’epoca con scarsi risultati ottenuti, a parte alcune aree di eccellenza in cui gli interventi hanno prodotto sostanziali miglioramenti in termini di qualità del prodotto, per le aziende della filiera manifatturiera.

Contributo apparso su That’s Italia, ottobre 2014

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Poco o quasi nulla si è fatto, all’epoca, nel settore dei servizi e più specificamente nel servizio turistico ricettivo, lasciando procedere lo sviluppo del settore che per l’Italia sviluppa il 10/12% del PIL secondo le solite abitudini consolidate: microimprese in cui il titolare della struttura immobiliare, che vedeva la costruzione dell’ albergo più come un investimento immobiliare che come un bene strumentale, si improvvisava albergatore e si immaginava di “offrire la propria abitazione” non a clienti ma ad amici immaginandosi di offrire un servizio di qualità sulla base della sua “idea” di servizio di accoglienza.

Con lo spostamento del gran flusso di sostegni finanziari pubblici comunitari verso i paese dell’Est Europa, intorno alla fine del secolo scorso, l’Italia ha introdotto sul territorio un nuovo strumento per finanziare la formazione, in questo caso solo riferita alle aziende: i Fondi Paritetici Interprofessionali per la formazione continua. Il meccanismo attinge a piene mani dai meccanismi consolidati da più di vent’anni ma la fonte di finanziamento non deriva più da risorse comunitarie bensì da risorse interne costituite sia da versamenti facoltativi aziendali verso il fondo prescelto, spostando e non incrementando, una quota parte dei versamenti all’INPS, che da contribuzioni del ministero del Lavoro nazionale. Insomma una sorta di fondo di rotazione che si alimenta con il finanziamento delle imprese.

Lo strumento operativo, sviluppatosi in sordina dai primi anni 2000, e giunto ora ad un buon livello di diffusione, ma sono ancora poche le aziende che conoscono il meccanismo e che lo applicano efficacemente.

 

 

LA SITUAZIONE DEL COMPARTO TURISTICO-RICETTIVO QUAL’E’?

Il settore turistico ricettivo è certamente il settore che, non abituato a gestire e conoscere i meccanismi del FSE per “ignoranza” da parte degli imprenditori sopra menzionati, continua a non cogliere le occasioni per migliorare le proprie performance aziendali e la qualità del servizio offerta alla clientela.

COME MAI?

Credo che una grande parte della responsabilità vada attribuita alla associazioni di categoria. Unici enti che rappresentano ufficialmente le parti datoriali e che però, pare non facciano propriamente gli interessi dei datori di lavoro in termini di informazione ed aggiornamento imprenditoriale. Le uniche levate di scudi che sono state veicolate sui media negli ultimi anni sono state le “campanilistiche” campagne contro la tassa di soggiorno!!! Per carita, vi sono associazioni che svolgono a pieno il loro ruolo, ma molte sono ancora quelle che non fanno assolutamente nulla.

COME POSSONO VENIRE UTILIZZATI I FONDI INTERPROFESSIONALI?

Prima di tutto lo strumento risponde ad uno specifico bisogno: l’aggiornamento professionale delle risorse aziendali. Le tematiche sono le piu varie perche i progetti, i piani formativi, possono rispondere alle differenti e specifiche esigenze aziendali, che normalmente non possono essere raccolte in un catalogo precostituito di corsi di formazione. Infatti il progetto per essere presentato prevede una seria “analisi” dei fabbisogni formativi condotta dalla proprietà, a volte non consapevole dei bisogni, e da una parte consulente esterna all’azienda. La dimensione dei piani formativi e funzionale alle dimensioni aziendali e per le piccole aziende sono disponibili specifici sottostrumenti di aggregazione che producono l’erogazione di formazione gratuita anche a queste piccole realtà.

MA IN CONCRETO COME POSSONO ESSERE UTILIZZATI AL MEGLIO QUESTI STRUMENTI?

Per migliorare le performance aziendali e, prerogativa delle aziende che erogano servizi alla clientela, per migliorare la qualità del servizio offerto. Parlare di qualità è semplice, spesso, e per alcuni operatori, nemmeno poi cosi tanto; più difficile e far “metabolizzare” a questi ultimi, dal titolare all’ultimo dei dipendenti, specie se stagionali, il concetto di servizio e di erogazione dello stesso in un ottica di qualità. Gli strumenti per la sua misurazione esistono (HQM, Hotel Quality Measurement) ma purtroppo manca la consapevolezza rispetto al loro utilizzo e alla interpretazione dei dati che il sistema informatizzato produce. E quando si parla di qualità gli aspetti pratici vanno dalla sensibilizzazione delle risorse, alla valutazione dei fornitori per arrivare alla selezione del personale, per passare alla migliore progettazione del servizio da offrire al target di clientela a cui l’azienda ha scelto di rivolgersi…. ma l’elenco sarebbe lunghissimo.

Insomma, per fare qualità nel settore turistico ricettivo uno dei passaggi obbligati è sicuramente la formazione e l’aggiornamento del personale. Pensiamo ad esempio ai passi da gigante che ha fatto la tecnologia dell informazione con lo sviluppo di Internet e delle piattaforme di commercio elettronico. Quanti imprenditori hanno una pallida idea di come migliorare la comunicazione online? Quanti imprenditori hanno un’idea vaga di come implementare un sito Internet che sviluppi un sistema di prenotazione online? Quanti imprenditori possono avvalersi di risorse (costo fisso interno aziendale) che tecnicamente preparate riescano a sviluppare politiche dei prezzi, analisi di revenue e strategie di marketing online? Per non parlare dell’ultima evoluzione dei social network!

Tutto passa da qui! Dalla formazione professionale continua, che lo strumento dei fondi interprofessionali consente di sviluppare in azienda a “costo zero” e con continuità costante e continua!

DOVE TROVARE LE INFORMAZIONI DEL CASO?

Naturalmente su internet! Siete refrattari allo strumento (Tirannosauri!!!) chiamatemi, risponderò con piacere alle vostre domande!

a cura di Riccardo Laudadio, Direttore Operativo, Hospitality School

2017-12-11T12:22:24+01:00 Ottobre 29th, 2014|Categories: Formazione, Qualità|Tags: , , |0 Comments